DISTURBI D’ANSIA: QUAL È IL TRATTAMENTO PIU’ EFFICACE?

Salve a tutti,

oggi proverò a rispondere ad una fondamentale domanda: “Qual è il trattamento più efficace per i disturbi d’ansia?”

Nel mare magnum dei diversi tipi di trattamento, a volte è difficile orientarsi. Servono indicazioni chiare e precise.

Ebbene, nel caso del trattamento dei disturbi d’ansia, la terapia cognitivo comportamentale (TCC) ha assunto un ruolo d’elezione, tanto da essere introdotta nelle linee guida internazionali.

Le linee guida internazionali sono dei documenti ufficiali, sviluppati e pubblicati da organizzazioni e istituti riconosciuti a livello internazionale (OMS, APA, NICE…) e hanno lo scopo di identificare le più recenti e valide evidenze scientifiche relativamente alla prevenzione, diagnosi, cura e trattamento in tema di salute mentale.

All’interno delle linee guida vengono quindi indicate le terapie la cui efficacia è dimostrata dalla ricerca scientifica internazionale. Secondo le linee guida la TCC si è dimostrata ampiamente valida.

Anche diverse ricerche di metanalisi, ricerche che combinano i risultati di più studi su un unico argomento, hanno evidenziato risultati migliori per la TCC applicata all’ansia: sia in termini di aderenza al trattamento, sia di stabilità di risultati che di rapporti costi/benefici.

Tali risultati sembrano essere migliori anche dell’intervento combinato tra TCC e farmacoterapia.

Pertanto se soffrite di disturbi d’ansia o ne avete il sospetto, vi conviene cercare uno psicoterapeuta di orientamento cognitivo comportamentale.

Magari nel mio prossimo video vi parlerò un po’ della TCC. Per oggi mi fermo qui. A presto e…restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

BONUS PSICOLOGO 2025

Salve a tutti,

a proposito del trattamento dei disturbi d’ansia di cui abbiamo cominciato a parlare, ho un’importante notizia da darvi. L’INPS ha emesso il Bonus Psicologo 2025 ovvero ha stanziato nuovi contributi per sostenere le spese relative alle sessioni di psicoterapia a favore di cittadini che vivono condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica. Ora vi darò tutte le informazioni per usufruire di questa opportunità.

  1. Chi può beneficiare del Bonus Psicologo 2025?

Il beneficio è riconosciuto una sola volta per ciascuna annualità ai soggetti in possesso dei seguenti requisiti:

  • residenza in Italia;
  • valore ISEE non superiore a 50.000 euro.
  • A quanto ammonta il beneficio?

Il contributo a seduta è di 50 € e l’importo complessivo viene modulato in base all’ISEE del richiedente:

a) 1.500 euro per chi ha un isee inferiore a 15.000 euro;

b) 1.000 euro per chi ha un isee tra i 15.000 e 30.000 euro;

c) 500 euro per chi ha un isee tra i 30.000 e i 50.000 euro.

  • Come e quando si presenta la domanda?

La domanda per accedere al beneficio può essere presentata, esclusivamente in via telematica, accedendo all’apposito servizio e cliccando sul tasto “utilizza il servizio”. Per farlo è necessario disporre di uno di questi strumenti: SPID, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei Servizi (CNS). E’ possibile anche contattare il numeroverde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento).

La domanda per l’anno 2025 potrà essere presentata a partire dal 15 settembre fino al 14 novembre.

  • Come e quando saprò l’esito della mia domanda?

Al termine del periodo stabilito per la presentazione delle domande, vengono redatte le graduatorie per l’assegnazione del beneficio, nei limiti delle risorse stanziate, tenendo conto del valore ISEE più basso e dell’ordine cronologico di presentazione delle domande.

L’esito della richiesta è notificato tramite SMS e/o e-mail ai soggetti richiedenti, ai recapiti che hanno indicato ed è consultabile nella sezione “Ricevute e provvedimenti”.

  • Come potrò utilizzare il beneficio?

In caso di accoglimento della domanda è indicato l’importo ottenuto e il codice univoco associato, che deve essere comunicato al professionista, scelto tra gli specialisti regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti.

Il beneficio deve essere utilizzato entro 270 giorni, decorrenti dalla data di pubblicazione del messaggio. Decorso tale termine il codice univoco è automaticamente annullato e le risorse non utilizzate saranno riassegnate.

Spero di essere stata utile dandovi queste informazioni. Vi ricordo solo un’ultima cosa. Anche io sono iscritta nell’elenco degli psicoterapeuti aderenti al Bonus Psicologo, pertanto se avete bisogno di ulteriori informazioni o volete iniziare un percorso utilizzando il Bonus potete contattarmi.

A presto e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

BUONE VACANZE

L’equipe del centro di Psicoterapia Scaligero augura a tutti Buone Vacanze!!!

Le nostre vacanze sonsaranno all’insegna del contatto con la natura e con i 5 sensi e oltre!!!

Auguriamo a tutti di vivere le proprie vacanze allo stesso identico modo perchè si torna rigenerati.

Per le prossime due settimane non saremo reperibili telefonicamente ma potrete lasciarci un messaggio o inviarci una mail. Appena tornati vi risponderemo prontamente.

A presto allora e restate connessi!!!

4 FATTORI DI MANTENIMENTO DELL’ANSIA

Salve a tutti,

prima di salutarci per le vacanze estive, vi propongo un video in cui vi parlo di alcuni fattori di mantenimento dell’ansia.

A volte, nonostante tutti i tentativi che si fanno più o meno efficaci per liberarsi dell’ansia, risulta molto difficile riuscirci. Ciò accade perché vi sono dei fattori che mantengono e alimentano il problema, ostacolandone la soluzione. Ora vi descrivo alcuni di questi fattori di mantenimento:

  1. Sensibilità all’ansia = Alcune persone hanno una predisposizione individuale a provare ansia in relazione alle sensazioni legate all’attivazione fisiologica.
  2. Effetto di coerenza con l’emozione = È un fenomeno cognitivo in cui pensieri e credenze tendono a essere coerenti con l’emozione attivata. Se stiamo provando ansia avremo accesso solo a memorie ansiogene che ci confermeranno la presenza di un pericolo/minaccia.
  3. Attenzione selettiva = Consiste nel monitoraggio delle proprie sensazioni interne con una particolare attenzione alle situazioni temute, allo scopo di verificare la presenza di segnali che potrebbero scatenare l’ansia. Ciò produce un abbassamento della soglia di percezione di queste sensazioni e contemporaneamente l’aumento dell’intensità soggettivamente percepita.
  4. Emozione come informazione = Lo stato emotivo in cui ci troviamo funziona come fonte d’informazione, per questo motivo se proviamo ansia deduciamo che ci debba essere un pericolo in agguato.

Con questo articolo concludo la parte in cui vi ho descritto l’ansia in tutti i suoi aspetti. Dopo la pausa estiva cominceremo a parlare di come si può trattare l’ansia in modo efficace. Buone vacanze e presto…. e come sempre restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

4 STRATEGIE COMUNI MA INEFFICACI PER SUPERARE L’ANSIA

Salve a tutti,

oggi vi parlerò di alcune strategie che vengono comunemente utilizzate per affrontare l’ansia ma che purtroppo non sono efficaci e in alcuni casi possono anche mantenerla o aumentarla.

L’ansia come sappiamo non è una emozione gradevole da provare, per questo motivo le persone cercano in tutti i modi di ridurla, controllarla, contrastarla o eliminarla, spesso però ottenendo l’effetto contrario. Alcune strategie che vengono utilizzate comunemente possono paradossalmente peggiorare l’ansia nel lungo termine, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. 

Le strategie più comuni che non funzionano sono:

  1. EVITAMENTO = le persone tentano di evitare le situazioni che causano ansia e nell’immediato ci può essere un abbassamento dell’ansia, ma nel lungo termine l’ansia aumenta così come la difficoltà di gestire tali situazioni. Inoltre la vita delle persone risulta sempre più limitata. 
  2. COMPORTAMENTI PROTETTIVI = avete presente la coperta che Linus portava sempre con sé per proteggersi da ciò che lo spaventava? Spesso le persone ricorrono a palliativi (ad es. portare con sé un sacchetto di carta, le caramelle al mentolo…) o persone care per proteggersi da eventi o situazioni ansiogene. Anche questi comportamenti nel breve termine riducono l’ansia ma nel lungo termine la persona si percepisce sempre meno capace di affrontare l’ansia con un aumento quindi della stessa.
  3. RIMUGINIO = nei miei precedenti post vi ho parlato del rimuginio. Le persone rimuginano su possibili scenari negativi nell’intento di prevenirli ma il continuo pensare ad eventi catastrofici in realtà porta ad un aumento dell’ansia. Inoltre l’eccessivo controllo risulta inefficace ed estenuante. 
  4. USO DI SOSTANZE = In molto casi le persone ricorrono a farmaci ansiolitici oppure all’uso di alcol o droghe per sedare l’ansia. Tali sostanze possono fornire un sollievo temporaneo, ma se non vengono affrontate le cause sottostanti dell’ansia, finito l’effetto l’ansia torna. Inoltre si può andare incontro a dipendenza e altri problemi di salute. 

Come avrete capito le strategie che vi ho appena elencato non sono utili e possono avere diverse controindicazioni. Ci sono strategie molto più efficaci per gestire l’ansia che si possono apprendere facilmente durante un percorso di psicoterapia pertanto se si ha il sospetto di avere problemi con l’ansia o addirittura un disturbo, invece che ricorrere a rimedi fai da te, è bene chiedere consiglio ad un professionista.

Ci vediamo presto con un nuovo video sempre sul tema dell’ansia e nel frattempo….restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

DISTURBI D’ANSIA: A CHE ETA’ POSSONO INSORGERE?

Salve a tutti,

continuo a parlarvi di disturbi d’ansia e in particolare del loro esordio.

Perché può interessarci a che età possono insorgere i disturbi d’ansia?

Conoscere il momento dell’esordio dei disturbi d’ansia è molto importante perché consente di introdurre misure di prevenzione e interventi precoci. Iniziare una terapia tempestivamente migliora il benessere a lungo termine del paziente rispetto a situazioni nelle quali il disturbo si sia già strutturato o cronicizzato.

Alla luce di quanto detto è bene fare riferimento a dati attendibili che ci possono essere forniti dagli studi di meta-analisi. Una meta-analisi condotta da di Solmi e colleghi (2021) su 192 studi e un totale di 700000 pazienti ha indagato l’insorgenza di molteplici disturbi mentali e la percentuale di persone che hanno sviluppato un disturbo mentale prima dell’età di 14, 18 e 25 anni. Gli autori hanno concluso che circa il 34,6% dei pazienti ha sviluppato un disturbo prima dell’età di 14 anni, il 48,4% prima dell’età di 18 anni, e il 62,5% prima dell’età di 25 anni. Questo dimostra che per quasi il 50% dei pazienti i disturbi mentali iniziano prima di raggiungere l’età adulta. I ricercatori hanno anche analizzato l’età di insorgenza per le diverse forme di disturbi mentali ed è emerso che ansia e fobie insorgono in media verso 5,5 anni e i disturbi da stress intorno ai 15,5 anni.

Dati raccolti da altre ricerche ci indicano che l’età di insorgenza dei disturbi d’ansia è generalmente variabile tra infanzia, adolescenza e prima età adulta tra i 20 e 30 anni. L’esordio in età matura o avanzata è meno comune.

L’età di esordio per i diversi disturbi d’ansia quindi è:

  • Disturbo d’ansia da separazione e Mutismo selettivo → tendono a insorgere in età infantile;
  • Disturbo d’ansia generalizzata → insorge in media tra i 20 e i 30 anni anche se molti riferiscono ansia fin dall’infanzia o adolescenza;
  • Disturbo di panico → spesso inizia in età adulta ma può anche insorgere in adolescenza;
  • Fobia specifica → può insorgere in qualsiasi momento ma spesso inizia durante l’infanzia o l’adolescenza; 
  • Fobia sociale → spesso inizia in adolescenza. 

Per oggi è tutto ma ci rivediamo la prossima settimana con un altro articolo sui disturbi d’ansia. A presto e come sempre…..restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

DISTURBI D’ANSIA: QUANTO SONO DIFFUSI NELLA POPOLAZIONE?

Salve a tutti,

come sempre torno a parlavi di ansia e oggi vorrei darvi qualche dato epidemiologico per farvi capire quanto i disturbi d’ansia sono prevalenti nel mondo e in Italia.

Una persona su tre nel mondo soffre di qualche disturbo mentale e tra il 20% e il 30% della popolazione soffre di disturbi d’ansia. Inoltre vi è una prevalenza doppia delle donne rispetto agli uomini e i sintomi in media sorgono prima dei 25 anni d’età.

I dati italiani oggi sono perfettamente in linea con quelli internazionali.

Secondo la ricerca ANSA del 2024 e il recente Rapporto di Salute Mentale del Ministero della salute, 16 milioni di italiani lamentano disturbi psicologici di media o grave entità e l’ansia si conferma tra le problematiche più diffuse, in particolare nelle donne e nei giovani.

E’ importante considerare i dati relativi ai giovani tra i 18 e i 25 anni.

Secondo il World Mental Health Day Report, il 54% dei giovani italiani ha riferito di aver vissuto episodi di stress tali da non poter svolgere le normali attività quotidiane come lavoro e scuola.

Secondo il Rapporto Censis del 2022, il 49,4% dei giovani italiani ha dichiarato di aver sofferto d’ansia.

Questi sono dati significativi e purtroppo in continuo aumento. Per questo motivo è importante prestare attenzione ai sintomi d’ansia che possono presentarsi sin dalla più giovane età e, se persistono nel tempo, rivolgersi ad un medico o psicologo per una valutazione diagnostica in modo da poter intervenire tempestivamente. Spesso i primi sintomi vengono sottovalutati e ignorati con il rischio di un peggioramento e una cronicizzazione del disturbo.

Per ora mi fermo qui ma ci rivediamo la prossima settimana con un nuovo video sempre sul tema dell’ansia. A presto e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

ANSIA: QUALI SONO I FATTORI PREDISPONENTI? (Part.2)

Salve a tutti, oggi riprendo e concludo l’argomento: fattori predisponenti l’ansia patologica.

Tutti possono essere interessati da un disturbo d’ansia in qualche momento della vita, ma esistono persone più predisposte di altre all’insorgenza e perdurare dei sintomi ansiosi.

Non esiste un singolo gene o una singola causa psicologica per i disturbi d’ansia. Sono molteplici i fattori di rischio che promuovono lo sviluppo dell’ansia patologica. Altri fattori biopsicosociali che, oltre a quelli elencati nel mio precedente video, possono intervenire sono:

  • Uso di farmaci (ad es. corticosteroidi, antistaminici, amfetamine…), sostanze illegali (ad es. cocaina, cannabis, ecstasy…) o altre sostanze (ad es. caffeina) tendono a peggiorare la risposta allo stress e ad aumentare la tendenza all’ansia.
  • Appartenere al genere femminile = Il sesso femminile ha un rischio di quasi il doppio di sviluppare l’ansia patologica, differenza che si manifesta più evidentemente a partire dall’adolescenza.
  • Fattori di rischio precoci legati ai tratti di personalità = Una vulnerabilità a livello di temperamento consiste nell’avere un profilo psicologico caratterizzato da una scarsa capacità di adattamento agli stimoli esterni e da una spontanea tendenza al nervosismo e alla preoccupazione.

E con questo concludo la descrizione dei fattori predisponenti i disturbi d’ansia. A presto con un nuovo video e come sempre…..restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

ANSIA: QUALI SONO I FATTORI PREDISPONENTI? (Part.1)

Salve a tutti, eccomi tornata con un nuovo video sul tema dell’ansia. Oggi vi parlerò di alcuni fattori predisponenti l’ansia patologica.

Tutti possono essere interessati da un disturbo d’ansia in qualche momento della vita, ma esistono persone più predisposte di altre all’insorgenza e perdurare dei sintomi ansiosi.

Non esiste un singolo gene o una singola causa psicologica per i disturbi d’ansia. Sono molteplici i fattori di rischio che promuovono lo sviluppo dell’ansia patologica. Quelli che aumentano il rischio di sviluppare un qualsiasi tipo di disturbo d’ansia sono i fattori biopsicosociali. Alcuni di questi sono:

  • Fattori ambientali = Un disturbo d’ansia può essere scatenato da stress ambientali o eventi traumatici, come la rottura di un rapporto importante o l’esposizione a un disastro in cui la vita è messa a rischio. Tuttavia, non tutte le persone esposte a questo tipo di eventi sviluppano un disturbo d’ansia. Dipende da quanto la persona si sente sopraffatta da tali eventi. Altri fattori ambientali possono aumentare la vulnerabilità all’ansia e sono l’aver vissuto esperienze traumatiche o aver assistito a eventi drammatici durante l’età dello sviluppo oppure una madre ha provato alti livelli di ansia o depressione durante la gravidanza.
  • Fattori genetici = L’anamnesi familiare di disturbo d’ansia fa ipotizzare una predisposizione genetica. I figli di individui che soffrono di almeno un disturbo hanno un rischio dalle due alle quattro volte maggiore di ammalarsi, con un’insorgenza precoce rispetto ai figli di individui che non soffrono d’ansia. Tuttavia tale predisposizione genetica ad oggi non è stata ancora chiaramente determinata. Anche se i fattori genetici danno un grande contributo alla patogenesi dei disturbi d’ansia, allo stesso tempo non bastano a spiegarne tutti i casi.
  • Patologie croniche o pregresse = Soffrire di malattie croniche gravi (soprattutto di tipo cardiaco, respiratorio, digestivo o metabolico) o essere stati interessati in passato da una patologia severa e/o associata a una forte componente emotiva negativa (per es. un tumore, un infarto, un intervento chirurgico andato male ecc.) possono causare direttamente l’ansia.

Per oggi mi fermo a questi primi tre fattori predisponenti ma nel mio prossimo video ve ne elencherò degli altri. A presto allora e come sempre…..restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton