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Centro di Psicoterapia Scaligero

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Pregiudizio 2: lo psicologo è per i deboli e io posso farcela da solo!

Pubblicato il Ottobre 15, 2018 da michela pinton
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10 pregiudizi psicologo

Ma funziona davvero così? Davvero riusciamo a cavarcela da soli quando abbiamo un problema psicologico? In questo articolo proverò a sviscerare il secondo pregiudizio in elenco analizzando pro e contro del tentativo di risolvere un problema di questa natura da soli.

E’ sicuramente vero che ognuno di noi è cresciuto con l’insegnamento che nella vita bisogna imparare a risolvere i problemi da soli, con le proprie capacità, con i propri mezzi. Ma è altrettanto vero che dove non siamo in grado di far da soli possiamo chiedere aiuto a chi ci sta vicino o a chi è più esperto di noi. Facciamo degli esempi: se al lavoro il tuo capo ti dice che devi imparare ad usare un nuovo programma del pc, tu magari provi a fare l’autodidatta consultando il manuale ma se alla fine non ci riesci, magari chiedi aiuto ad un tuo collega oppure segui un corso per imparare ad usare quel nuovo sistema; se per caso ti senti poco bene puoi provare a curarti da solo dando fondo a tutte le medicine che hai in casa o chiedendo alla mamma qualche rimedio magico ma se il malessere continua poi vai dal medico. E per aggiungere un dettaglio…… “Di solito non aspetti mesi o anni per andare dal medico, vero?” Quindi nella realtà dei fatti noi cerchiamo di risolvere i nostri problemi autonomamente fin dove riusciamo, oltre, giustamente, chiediamo aiuto.

Secondo voi succede così anche quando il problema è di natura psicologica? Voi come vi comportate in questi casi? Posso dirvi che per la mia esperienza, le cose non vanno allo stesso modo per diversi motivi.

  1. A volte le persone non si rendono conto di aver a che fare con un problema di natura psicologica, ma credono si tratti magari di una malattia (come ad esempio una persona ansiosa che pensa di avere un attacco cardiaco) o di un problema pratico (come decidere se lasciare il vecchio lavoro per uno nuovo o restare).
  2. A volte le persone non sanno riconoscere in tempo segni e sintomi dell’esordio di un problema psicologico e se ne rendono conto solo quando il disturbo è diventato grave e molto invalidante per la loro vita.
  3. A volte le persone credono che ci si rivolge allo psicologo solo per curare patologie gravi e non sanno che invece lo psicologo può semplicemente aiutare per piccoli problemi quotidiani o promuovere il benessere personale. Per capire meglio potete rileggere l’articolo sul pregiudizio n.1.

Ma l’argomentazione più bella di tutte che di solito sento dire è: “il tempo risolve ogni cosa!” Non ho mai sentito una c…ata più grande di questa. Chi ci crede veramente dovrebbe spiegarmi come fa il tempo a risolvere i problemi e dirmi perché con me non l’ha mai fatto??? Gli sto forse antipatica?! Sempre nella mia piccola esperienza quello che vedo è che più passa il tempo e più le cose si complicano e spero di dimostrarvi perché succede questo. Quando le persone hanno un problema psicologico di solito tentano delle soluzioni fai da te oppure cercano di accantonare il problema nella speranza che magicamente col tempo sparisca da solo. Che sia chiaro, non giudico assolutamente le scelte delle persone anzi cerco di capirle, tanto è vero che indago a fondo tutto ciò che hanno tentato di fare per risolvere il loro problema. Credo che a molti manchino le conoscenze sufficienti per affrontare un problema di natura psicologica e che non si rendano conto che le soluzioni che adottano peggiorino il problema invece che risolverlo. Vi ricordate l’assunto base della psicoterapia cognitivo comportamentale? I problemi emotivi e comportamentali sono in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, nonostante la sofferenza che provocano al paziente. In sostanza un certo modo di pensare e di agire può influire negativamente sullo stato emotivo ma nonostante questo non si è capaci di cambiarlo. Il passare del tempo non aiuta perché pensieri ed azioni restano le stesse. Col tempo aumenta solo la sofferenza perché si resta impigliati in un circolo vizioso da cui non si trova modo di uscire.

Faccio un esempio per chiarire meglio questo concetto. Una persona in un momento di stress potrebbe percepire un po’ di tachicardia. Se la persona pensa di avere un infarto, si preoccuperà ancora di più e i sintomi peggioreranno. Se dopo i dovuti controlli medici, tutti negativi, continua a credere che ogni volta che il suo cuore accelera potrebbe avere un infarto, col tempo starà sempre peggio perché la sua preoccupazione non cambierà. Se poi la stessa persona decide di non fare più il suo sport preferito, di non impegnarsi in attività troppo faticose o addirittura di non uscire più di casa per paura di avere un infarto, il suo problema peggiorerà sempre di più.

Con queste mie parole spero quindi che riconsidererete la funzione dello psicologo, che può essere di aiuto anche per piccoli problemi, per migliorare la nostra vita o anche solo per capire come funziona la nostra mente. Vi lascio con questo spunto di riflessione e ci risentiamo per parlare di un altro pregiudizio.

Pubblicato in psicologia, psicologo, psicoterapia cognitiva | Contrassegnato psicologia, psicologo, psicoterapia cognitivo comportamentale | Lascia una risposta

Che differenze ci sono tra uno psicologo per l’adulto e uno per l’infanzia/adolescenza?

Pubblicato il Settembre 26, 2018 da michela pinton
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psicoterapia infanzia e adolescenza

Quando un genitore mi contatta per un problema del figlio molto spesso mi vengano poste domande del tipo: “Dobbiamo venire entrambi i genitori? Cosa dobbiamo dire al bambino per convincerlo a venire? Alla fine della seduta mi dice che cosa ha mio figlio?….” Queste domande mi portano a credere che vi sia una scarsa conoscenza sugli psicologi/psicoterapeuti che si occupano di infanzia e adolescenza e, se posso, vorrei chiarire qualche dubbio e colmare qualche lacuna.

In questo articolo vorrei parlare dello psicologo/psicoterapeuta che si occupanello specifico di infanzia e adolescenza. Qualcuno potrebbe pensare che non ci sia alcuna differenza con lo psicologo che si occupa di persone adulte ma in realtà non è così. Vi faccio un solo esempio per farvi capire che differenza c’è tra un adulto che va dallo psicologo e un bambino/ragazzo. Un adulto sceglie di rivolgersi ad uno psicologo perché si rende conto di avere un problema e di dover chiedere aiuto perché da solo non ce la fa a risolverlo. Un bambino viene portato dallo psicologo dai suoi genitori perché credono che abbia un problema. L’adulto sa di aver un problema e vuole occuparsene, avendo più o meno idea di cosa andrà incontro. Il bambino non sempre è consapevole di avere un problema, non sempre è disponibile a risolverlo (a volte è solo costretto dai genitori) e spesso non ha idea di chi sia lo psicologo e cosa faccia. Potete immaginare quanto possa cambiare quindi l’approccio di uno psicologo a seconda di chi si trova davanti? Nel caso di un bambino/ragazzo è fondamentale spiegargli chi si è, cosa si fa, in che modo e per quanto tempo. E’ importante creare per lui un ambiente accogliente e sereno. E’ importante parlargli con chiarezza e semplicità e soprattutto è fondamentale prendersi tutto il tempo necessario per farsi conoscere e per costruire con lui una relazione di fiducia. Insomma il bambino/ragazzo te lo devi conquistare e non è semplice. Non sto dicendo che tutti gli ingredienti appena elencati non servano anche con gli adulti, anzi, solo che con i minori bisogna dedicarci più tempo ed attenzione proprio perché non si affidano a te volontariamente né lo fanno sin dal primo momento.

In testa all’articolo ho elencato alcune delle domande che mi vengono poste e credo di riuscire a rispondere spiegando brevemente quali sono solitamente i passaggi per la presa incarico di un minore da parte uno psicologo/psicoterapeuta.

  1. PRIMO COLLOQUIO = A questo colloquio dovrebbero partecipare entrambi i genitori a meno che non vi siano gravi impedimenti (un genitore deceduto o all’estero o privo di tutela legale…). Se i genitori sono separati o divorziati devono trovare il modo di essere concordi e presenti entrambi. Uno psicologo non può vedere o occuparsi di un minore senza il consenso di entrambi i genitori. In questo primo colloquio si raccolgono informazioni sul bambino/ragazzo e sul problema che manifesta. Attenzione!!! Se si tratta di un adolescente, deve essere presente e coinvolto sin dalla prima seduta. Un adolescente sta sviluppando la sua identità, il suo pensiero e comincia a fare le sue scelte, quindi deve essere messo a parte di qualsiasi scelta lo riguardi o ne risentirà l’alleanza con lo psicologo e la motivazione a partecipare alle sedute.
  2. COLLOQUI DI VALUTAZIONE = Possono essere da 2 a più sedute, dipende dalla metodologia dello psicologo e dalla gravità del problema presentato. Per esempio io mi riservo 4 o 5 sedute per inquadrare bene il caso. Queste sedute si basano principalmente sul colloquio psicologico ma possono anche essere somministrati dei test. Lo scopo di queste sedute è la valutazione diagnostica ossia definire se si è in presenza o meno di un disturbo mentale e quali sono gli elementi che lo caratterizzano. Attenzione!!! Con bambini troppo piccoli non è possibile condurre un colloquio perché non hanno ancora sviluppato adeguate competenze cognitive, emotive e linguistiche. La mia regole è di non fare colloqui a bambini sotto i 7-8 anni. Nel caso di bambini sotto questa età può tornare molto utile l’osservazione del bambino nel suo ambiente famigliare (casa o scuola).
  3. RESTITUZIONE = Si tratta di un colloquio in cui lo psicologo/psicoterapeuta da un quadro del problema o disturbo rilevato e indica quale strada sia più indicata seguire per risolverlo. Attenzione!!! Non significa che lo psicologo abbia la soluzione al problema e la somministri come una pillola. Uno psicologo/psicoterapeuta valido non dirà mai ad un genitore o a un bambino/ragazzo cosa devono fare ma li accompagnerà nel trovare una soluzione col supporto della sua conoscenza.

L’ultimo passaggio riguarda il percorso terapeutico ma di questa parte vi parlerò in un prossimo articolo. Per il momento spero di aver fugato qualche dubbio. Resto a disposizione per qualsiasi domanda o riflessione. A presto.

Pubblicato in adolescente, bambini, genitori, infanzia e adolescenza, psicologia, psicologo, psicoterapeuta, psicoterapia | Contrassegnato adolescenza, infanzia, psicologo, psicoterapeuta | 1 Risposta

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