4 STRATEGIE COMUNI MA INEFFICACI PER SUPERARE L’ANSIA

Salve a tutti,

oggi vi parlerò di alcune strategie che vengono comunemente utilizzate per affrontare l’ansia ma che purtroppo non sono efficaci e in alcuni casi possono anche mantenerla o aumentarla.

L’ansia come sappiamo non è una emozione gradevole da provare, per questo motivo le persone cercano in tutti i modi di ridurla, controllarla, contrastarla o eliminarla, spesso però ottenendo l’effetto contrario. Alcune strategie che vengono utilizzate comunemente possono paradossalmente peggiorare l’ansia nel lungo termine, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. 

Le strategie più comuni che non funzionano sono:

  1. EVITAMENTO = le persone tentano di evitare le situazioni che causano ansia e nell’immediato ci può essere un abbassamento dell’ansia, ma nel lungo termine l’ansia aumenta così come la difficoltà di gestire tali situazioni. Inoltre la vita delle persone risulta sempre più limitata. 
  2. COMPORTAMENTI PROTETTIVI = avete presente la coperta che Linus portava sempre con sé per proteggersi da ciò che lo spaventava? Spesso le persone ricorrono a palliativi (ad es. portare con sé un sacchetto di carta, le caramelle al mentolo…) o persone care per proteggersi da eventi o situazioni ansiogene. Anche questi comportamenti nel breve termine riducono l’ansia ma nel lungo termine la persona si percepisce sempre meno capace di affrontare l’ansia con un aumento quindi della stessa.
  3. RIMUGINIO = nei miei precedenti post vi ho parlato del rimuginio. Le persone rimuginano su possibili scenari negativi nell’intento di prevenirli ma il continuo pensare ad eventi catastrofici in realtà porta ad un aumento dell’ansia. Inoltre l’eccessivo controllo risulta inefficace ed estenuante. 
  4. USO DI SOSTANZE = In molto casi le persone ricorrono a farmaci ansiolitici oppure all’uso di alcol o droghe per sedare l’ansia. Tali sostanze possono fornire un sollievo temporaneo, ma se non vengono affrontate le cause sottostanti dell’ansia, finito l’effetto l’ansia torna. Inoltre si può andare incontro a dipendenza e altri problemi di salute. 

Come avrete capito le strategie che vi ho appena elencato non sono utili e possono avere diverse controindicazioni. Ci sono strategie molto più efficaci per gestire l’ansia che si possono apprendere facilmente durante un percorso di psicoterapia pertanto se si ha il sospetto di avere problemi con l’ansia o addirittura un disturbo, invece che ricorrere a rimedi fai da te, è bene chiedere consiglio ad un professionista.

Ci vediamo presto con un nuovo video sempre sul tema dell’ansia e nel frattempo….restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

L’AGORAFOBIA (Part 1)

Salve a tutti,

dopo una breve pausa per le festività natalizie eccomi di nuovo qui a parlarvi di disturbi d’ansia. Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati, oggi vi introduco l’agorafobia.

ll termine agorafobia deriva dalla parola greca “agorà“, piazza e “fobia“, paura. Agorafobia significa quindi la paura degli spazi aperti e/o affollati e di solito include situazioni come uscire da soli o stare in luoghi affollati.

L’agorafobia è quindi un disturbo d’ansia definito da un’intensa paura di situazioni o luoghi aperti ed affollati, che porta le persone a sentirsi intrappolati, impotenti, spaventati o a provare vergogna. Perché accade questo? Perché gli agorafobici temono di stare male in situazioni o luoghi in cui non potrebbero essere soccorsi o da cui non potrebbero fuggire se si dovessero sviluppare dei sintomi. Sono convinti che chiedere aiuto sarebbe imbarazzante e possono avere il timore del giudizio degli altri in relazione allo stare male in pubblico. Di conseguenza possono attivare meccanismi di evitamento delle situazioni ansiogene al fine di escludere la possibilità dell’insorgenza del panico. Tali comportamenti possono limitare notevolmente la qualità della vita. È possibile che diventino così estremi da far sì che chi ne soffre sia costretto a rimanere a casa per la paura.

Secondo il DSM-5-TR la diagnosi di agorafobia si basa sui seguenti criteri clinici =

i pazienti devono avere una marcata e persistente (≥ 6 mesi) paura o ansia per 2 o più delle seguenti situazioni:

  • Usare i mezzi pubblici (p. es. treni, autobus, aerei)
  • Trovarsi in spazi aperti (p. es., parcheggio, mercato, ponte)
  • Trovarsi in un luogo chiuso di limitate dimensioni (p. es., negozi, teatro, ascensore)
  • Fare la fila o trovarsi in mezzo alla folla
  • Trovarsi soli fuori casa

La paura deve coinvolgere pensieri come una possibile difficoltà nella fuga o che i pazienti non ricevano aiuto in caso fossero resi inabili dalla paura o da un attacco di panico.

In aggiunta, tutti i seguenti criteri devono essere presenti:

  1. Le stesse situazioni innescano quasi sempre paura o ansia.
  2. I pazienti evitano attivamente la situazione e/o richiedono la presenza di un compagno.
  3. La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla minaccia reale.
  4. La paura, l’ansia, e/o l’elusione causano disagio significativo o compromettono significativamente il funzionamento sociale o lavorativo.
  5. Se è presente un’altra condizione medica, la paura, l’ansia e/o l’evitamento sono chiaramente eccessivi.

Per oggi mi fermo qui ma vi parlerò ancora dell’agorafobia nel mio prossimo video. A presto quindi e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

LA FOBIA SPECIFICA

Salve a tutti,

anche in questo video continuo a parlarvi di disturbi d’ansia. Oggi vi descriverò la fobia specifica.

La Fobia Specifica è una paura, intensa, persistente e duratura, provata per uno specifico stimolo (oggetto, animale, luogo, situazione, etc). L’emozione provata risulta sproporzionata rispetto alla minaccia rappresentata dallo stimolo e fa mettere in atto comportamenti di evitamento o fuga di fronte alle situazioni nelle quali è probabile entrare in contatto con lo stimolo fobico.

Gli stimoli fobici possono essere molto vari:

  • comuni (altitudine, animali pericolosi, siringhe…)
  • insoliti (alimenti particolari, tonalità di colore, suoni specifici…)

Le fobie specifiche, a seconda degli stimoli a cui sono associate, possono essere classificate in diverse tipologie:

  • Fobia situazionale = provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, oppure luoghi chiusi (claustrofobia) o aperti (agorafobia).
  • Fobia per gli animali = fobia dei ragni, fobia degli uccelli, fobia degli insetti, fobia dei cani, fobia dei gatti, fobia dei topi, ecc..
  • Fobia per i fenomeni naturali = fobia per i temporali, fobia delle altezze, fobia del buio, fobia dell’acqua, ecc..
  • Fobia per sangue-iniezioni-ferite.
  • Altri tipi: dismorfofobia (paura di essere sproporzionati, orribili, inguardabili in tutto il corpo o parti di esso) odontofobia (paura del dentista), emetofobia (paura di vomitare o di vedere qualcun altro farlo).

La diagnosi di Fobia Specifica secondo il DSM-5 è possibile se vengono soddisfatti i seguenti criteri:

  1. Paura marcata e persistente (≥ 6 mesi) o ansia riguardo una situazione o un oggetto specifico.
  2. La situazione o l’oggetto quasi sempre innescano la paura immediata o l’ansia.
  3. I pazienti evitano attivamente la situazione o l’oggetto.
  4. La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al pericolo reale.
  5. La paura, l’ansia, e/o l’elusione causano disagio significativo o compromettono significativamente il funzionamento sociale o lavorativo.

I sintomi relativi ad un’iperattivazione fisiologica, provati da chi soffre di fobie specifiche sono: tachicardia, vertigini, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza. In altre persone può viceversa attivarsi a livello fisiologico una risposta opposta, con un forte abbassamento della pressione sanguigna e decelerazione del battito cardiaco, fino a provocare mancamenti o svenimenti. Tali manifestazioni patologiche si attuano solo alla vista della cosa temuta o al pensiero di poterla vedere e si alleviano se la persona ritiene di aver evitato lo stimolo, di essersene allontanata o di essere in un ambiente che giudica sicuro.

Per oggi mi fermo qui ma nel prossimo video continuerò a parlarvi della Fobia Specifica e in particolare del suo esordio e delle possibili cause. A presto allora e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton