AGORAFOBIA E ATTACCHI DI PANICO (Part 3)

Salve a tutti,

anche oggi vi parlerò dell’Agorafobia e in particolare della sua relazione con gli attacchi di panico.

Nei video precedenti vi ho parlato degli attacchi di panico e vi ho descritto il panico come è una condizione emotiva di paura e terrore, in cui prevalgono gli aspetti corporei e fisiologici della paura: il cuore che palpita, il corpo che trema e suda, la percezione di un malessere al petto o all’addome. Tutti questi sintomi vengono interpretati dalle persone come segnali che indicano che stanno per morire o impazzire o per perdere il controllo di sé stessi e del proprio corpo, in una condizione che è vissuta in modo terrificante.

L’Agorafobia estende questo timore perché le persone hanno il terrore di poter aver un attacco di panico in spazi aperti, spazi in cui sarebbe difficile chiedere ed ottenere aiuto in caso di bisogno. Negli spazi aperti infatti si ha la sensazione di perdere la direzione, di disorientamento. In luoghi come le piazze o i supermercati, che possono essere molto ampi e pieni di gente sconosciuta, si può provare sgomento e sentirsi perduti e questa è un’esperienza emotiva fortissima.

Con queste ultime informazioni chiudo l’argomento Agorafobia. Ci vediamo la prossima settimana con un nuovo disturbo d’ansia ovvero il Disturbo d’Ansia Generalizzata. A presto e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

AGORAFOBIA (Part 2)

Salve a tutti,

oggi torno a parlarvi di Agorafobia e in particolare delle sue possibili cause.

Le cause esatte dell’agorafobia non sono note ma vi sono diversi fattori di rischio che possono portare a sviluppare l’agorafobia. Questi fattori possono essere:

Di questi fattori, la storia familiare è dei più significativi per l’agorafobia. Se un soggetto ha un parente di primo grado che soffre di agorafobia, è possibile che sviluppi la stessa patologia con una probabilità che si stima sia intorno al 61%.

Anche lo stress ambientale è un fattore significativo. Eventi come la morte di una persona cara o aver subito un’aggressione, possono portare a temere luoghi chiusi e privi di una facile via d’uscita. Ciò avviene soprattutto se combinato con una predisposizione all’ansia e può portare all’insorgenza dell’agorafobia in persone di tutte le età, ma soprattutto negli adolescenti e nei giovani adulti.

Per oggi mi fermo qui ma nel mio prossimo video vi parlerò ancora di Agorafobia ed in particolare della sua relazione con l’attacco di panico. A presto e come sempre…..restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

L’AGORAFOBIA (Part 1)

Salve a tutti,

dopo una breve pausa per le festività natalizie eccomi di nuovo qui a parlarvi di disturbi d’ansia. Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati, oggi vi introduco l’agorafobia.

ll termine agorafobia deriva dalla parola greca “agorà“, piazza e “fobia“, paura. Agorafobia significa quindi la paura degli spazi aperti e/o affollati e di solito include situazioni come uscire da soli o stare in luoghi affollati.

L’agorafobia è quindi un disturbo d’ansia definito da un’intensa paura di situazioni o luoghi aperti ed affollati, che porta le persone a sentirsi intrappolati, impotenti, spaventati o a provare vergogna. Perché accade questo? Perché gli agorafobici temono di stare male in situazioni o luoghi in cui non potrebbero essere soccorsi o da cui non potrebbero fuggire se si dovessero sviluppare dei sintomi. Sono convinti che chiedere aiuto sarebbe imbarazzante e possono avere il timore del giudizio degli altri in relazione allo stare male in pubblico. Di conseguenza possono attivare meccanismi di evitamento delle situazioni ansiogene al fine di escludere la possibilità dell’insorgenza del panico. Tali comportamenti possono limitare notevolmente la qualità della vita. È possibile che diventino così estremi da far sì che chi ne soffre sia costretto a rimanere a casa per la paura.

Secondo il DSM-5-TR la diagnosi di agorafobia si basa sui seguenti criteri clinici =

i pazienti devono avere una marcata e persistente (≥ 6 mesi) paura o ansia per 2 o più delle seguenti situazioni:

  • Usare i mezzi pubblici (p. es. treni, autobus, aerei)
  • Trovarsi in spazi aperti (p. es., parcheggio, mercato, ponte)
  • Trovarsi in un luogo chiuso di limitate dimensioni (p. es., negozi, teatro, ascensore)
  • Fare la fila o trovarsi in mezzo alla folla
  • Trovarsi soli fuori casa

La paura deve coinvolgere pensieri come una possibile difficoltà nella fuga o che i pazienti non ricevano aiuto in caso fossero resi inabili dalla paura o da un attacco di panico.

In aggiunta, tutti i seguenti criteri devono essere presenti:

  1. Le stesse situazioni innescano quasi sempre paura o ansia.
  2. I pazienti evitano attivamente la situazione e/o richiedono la presenza di un compagno.
  3. La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla minaccia reale.
  4. La paura, l’ansia, e/o l’elusione causano disagio significativo o compromettono significativamente il funzionamento sociale o lavorativo.
  5. Se è presente un’altra condizione medica, la paura, l’ansia e/o l’evitamento sono chiaramente eccessivi.

Per oggi mi fermo qui ma vi parlerò ancora dell’agorafobia nel mio prossimo video. A presto quindi e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton