LA DAD: PUNTI DI FORZA E LIMITI. Parte 1

Salve a tutti,

come promesso, dopo la pausa estiva, torno a pubblicare articoli divulgativi, riflessioni e commenti nell’ambito della psicologia, che spero possano essere di pubblico interesse.

Forse ricorderete che fino a Giugno ho lavorato in un paio di Istituti Comprensivi di Padova e provincia come psicologa scolastica. Uno dei progetti per le classi della scuola secondaria di primo grado che sono stata incaricata di seguire si intitolava “I pericoli della rete”, che però io ho voluto trasformare in “Pro e contro delle nuove tecnologie”. Lungi da me infatti era l’intento di demonizzare le nuove tecnologie visto che mai come in questi ultimi due anni ci sono state così utili.

Nello stesso periodo in cui mi accingevo ad affrontare questo argomento in classe, per una singolare coincidenza, è arrivato un periodo di lock down e l’obbligo anche per me di utilizzare la dad.

Ripensando quindi a come presentare gli argomenti che volevo trattare e a come interagire con gli alunni attraverso il pc, ho subito capito che avrei dovuto buttare nel cestino metodi e strumenti per me consueti e cercare nuove strade. E così ho fatto!

Nella mia pratica professionale non è una novità usare le nuove tecnologie, lo faccio quotidianamente ma qui mi si presentava una sfida nuova: “Come interagire con un intero gruppo classe attraverso il computer senza far diventare il mio intervento una lezione didattica frontale? Come mantenere aperto il dialogo e il confronto? Come approfondire gli argomenti senza diventare noiosa?”

Lo strumento non era nuovo per me ma la sua applicazione in ambito scolastico diventava in quel momento una nuova esperienza da affrontare e così ho cominciato a informarmi su quante più possibilità potesse offrirmi. Ho scoperto infinite possibilità: programmi, app, piattarfome e così via. Qualcuna già la conoscevo, qualcun’altra confesso di no. E così ho cominciato a studiare, a prepararmi, ad applicarmi in questi nuovi strumenti rendendomi conto che c’è un mondo da scoprire e così tanto da sapere anche in virtù del fatto che le nuove tecnologie sono in continua evoluzione.

Ovviamente in poco tempo sono riuscita a trovare il modo di applicare solo qualcuno degli infiniti mezzi a disposizione e quando ho cominciato a confrontarmi con gli alunni mi sono resa conto di quanto loro sappiano usare questi mezzi in modo più immediato, intuitivo e abile di me. Anche quando non conoscono un programma, sono immediati nell’apprendere come utilizzarlo. Lo fanno in modo automatico, mentre io ci devo pensare, impiego più tempo.

E così la prima cosa che ho capito è che i ragazzi potevano essermi utili nel destreggiarmi con le nuove tecnologie. Mi sono chiesta: “Perché non uscire davvero dall’ottica docente-discente e metterci su un piano di vera collaborazione, dove i ragazzi sono gli esperti del funzionamento del mondo digitale e io l’esperta di come funziona la mente umana quando interagisce con questi strumenti e di quali abilità e competenze richiedono?”

Questa è la prima riflessione a cui sono arrivata nel corso di quella esperienza ma ce ne sono state altre ancora di cui vi vorrei parlare nel prossimo post. Nel frattempo, condividete con me che le nuove generazioni sono più abili di noi adulti nell’approcciare alle nuove tecnologie e che quindi è fondamentale per noi genitori, insegnanti, psicologi, educatori…..stare al passo con loro cercando il più possibile di informarci e aggiornarci?

Spero conveniate con me e che vi armiate, come faccio io, di tempo e pazienza per imparare e tenere il passo!

A presto con la seconda parte dell’articolo. Restate connessi!

Dr.ssa Pinton Michela

Il fenomeno TikTok e la sua grande espansione: perché è così importante tra gli adolescenti.

Nel Centro di Psicoterapia Scaligero ci interroghiamo spesso su quelli che sono i fenomeni attuali, di cui si parla maggiormente.
Data la preoccupazione di molti genitori legata all’utilizzo massiccio di TikTok da parte dei figli, ci siamo interessati alla relazione tra il famoso social network e il benessere degli adolescenti.
Tiktok nasce nel 2016 e in pochissimo tempo si diffonde in tutto il mondo, soprattutto all’interno della popolazione giovanile. Nel 2020 conta in Italia più di 2 milioni e mezzo di utenti e la sua espansione non sembra rallentare.
Ci siamo chiesti innanzitutto, perché i giovani usano TikTok?
Da quanto emerge in letteratura, sembra che TikTok non sia solo un “capriccio” per gli adolescenti, ma un vero e proprio bisogno.
Secondo Shao (2018) TikTok fornisce agli adolescenti la possibilità di sentirsi parte del loro gruppo di pari, di mettersi in luce al suo interno e di ricevere feedback su sé stessi, in modo da potersi conoscere meglio.
Bucknell, Kottasz e altri autori sottolineano, inoltre, come la partecipazione attiva a TikTok,
attraverso la creazione di contenuti sotto forma di video brevi, sia motivata dalla necessità di
espandere la propria rete sociale, esprimersi in modo creativo e cercare il successo.
Anche l’utilizzo passivo (osservare i video altrui) sembra avere una certa utilità, perché in grado di far evadere i giovani dalla loro quotidianità.
In una realtà in cui, la maggior parte dei giovani utilizza TikTok, non farlo vuol dire essere esclusi dal gruppo.
Una volta compreso il perché è così importante avere un account sul social network, ci siamo posti una seconda domanda:

TikTok rappresenta davvero una fonte di benessere per gli adolescenti?
Sembra che la risposta che emerga dalla letteratura sia negativa.
A differenza di altri social, quali Facebook, Instagram o Twitter, l’interazione principale dei ragazzi non è con altri utenti ma con “una versione algoritmizzata” di sé. TikTok sfrutta un algoritmo molto veloce che permette di cogliere quasi istantaneamente gli interessi di chi lo usa, così da personalizzare l’esperienza in base alle sue preferenze. Ciò si traduce nell’essere catturati con estrema rapidità da un flusso di video personalizzati, suscitando esperienze molto immersive e potenziale “dipendenza” (Bhandari & Bimo, 2020).
Al contrario quindi di altri social network, non è stata rilevata nessuna relazione tra TikTok,
supporto sociale e benessere, sia se usato attivamente che passivamente.
Secondo Kross e altri autori (2021) anche il confronto con persone di maggior successo e l’accesso alle cosiddette “sfide” potrebbe determinare effetti dannosi sull’esperienza di utilizzo.
Nota positiva invece, TikTok, come altri social network, può essere sfruttato per la diffusione di conoscenze e informazioni positive tra i giovani. A questo proposito, durante l’emergenza Covid, il governo cinese ha deciso di adottarlo quale strumento di diffusione di conoscenze sanitarie (come l’importanza dell’utilizzo di mascherine) attraverso video brevi. L’iniziativa è stata accolta positivamente tra i giovani.


Cosa possiamo concludere quindi su TikTok?
Nonostante la ricerca ad oggi sia ancora limitata, è importante sottolineare che, nonostante TikTok non sembri produrre un reale benessere in chi lo utilizza, quando si parla di adolescenti l’appartenenza ad un gruppo, così come l’aumento dell’indipendenza dagli adulti e l’esplorazione della propria identità, diventa un bisogno fondamentale; possiamo dunque ipotizzare che il “non uso” di questi strumenti possa rappresentare una fonte di malessere per i giovani, di fatto peggiore del suo utilizzo. È importante comunque incoraggiare i ragazzi ad usarlo con moderazione, a
limitarne il tempo di utilizzo e ad interagire con il gruppo di pari non solo online, ma anche offline.
Quest’ultimo aspetto permetterebbe all’adolescente di poter disporre in maniera equilibrata degli strumenti a sua disposizione, per favorire una migliore e più sana inclusione.

Dr.ssa Francesca Arganetto

adolescente con smartphone

NUOVE TECNOLOGIE: DATI DI RICERCA SULL’UTILIZZO IN ETA’ EVOLUTIVA

Continuiamo a parlare di nuove tecnologie e di come possono influenzare il nostro stile di vita, vi presento lo stralcio di una serata che ho condotto qualche mese fa con due colleghi a Verona. In questo video riporto alcuni dati di ricerca relativi all’uso che bambini e adolescenti fanno delle nuove tecnologie in Italia.

Poi nei prossimi post mi addentrerò su alcuni risvolti importanti dell’utilizzo delle nuove tecnologie. Buona visione!

Dr.ssa Pinton Michela

I NATIVI DIGITALI: Incontro divulgativo sull’utilizzo delle nuove tecnologie in età evolutiva. Part 13

Continuando a parlare di nuove tecnologie, vorrei proporvi uno stralcio di una serata che ho presentato questa estate, dal titolo “I Nativi Digitali”.

Questa serata divulgativa, rivolta ai genitori di bambini e ragazzi tra i 4 e i 13 anni dei centri Estivi CUS Padova, si poneva l’obiettivo di esplorare pregi e limiti delle nuove tecnologie, di presentare dati di ricerca rispetto all’uso attuale che ne fanno i minori, di informare sui possibili rischi a cui si può andare incontro e di fornire strategie da poter adottare per un corretto utilizzo di questi mezzi.

A volte bambini e ragazzi possono cadere vittime o essere protagonisti di un uso poco corretto e dannoso delle nuove tecnologie. L’ultima parte di questo ciclo di video riguarda alcuni accorgimenti che è possibile adottare per far sì che bambini e adolescenti approccino in modo corretto alle nuove tecnologie perché ricordiamo che a volte è meglio prevenire che curare. Spero che queste poche indicazioni possano esservi utili anche se non sempre facili da mettere in atto e non sempre risolutive nel caso di problemi più importanti. Buona visione e restate connessi per il prossimo video!

NATIVI DIGITALI: Incontro divulgativo sull’utilizzo delle nuove tecnologie in età evolutiva. Part 12

Continuando a parlare di nuove tecnologie, vorrei proporvi uno stralcio di una serata che ho presentato questa estate, dal titolo “I Nativi Digitali”.

Questa serata divulgativa, rivolta ai genitori di bambini e ragazzi tra i 4 e i 13 anni dei centri Estivi CUS Padova, si poneva l’obiettivo di esplorare pregi e limiti delle nuove tecnologie, di presentare dati di ricerca rispetto all’uso attuale che ne fanno i minori, di informare sui possibili rischi a cui si può andare incontro e di fornire strategie da poter adottare per un corretto utilizzo di questi mezzi.

A volte bambini e ragazzi possono cadere vittime o essere protagonisti di un uso poco corretto e dannoso delle nuove tecnologie. In questi video vi sto man mano presentando alcuni modi di abusare delle nuove tecnologie che purtroppo stanno prendendo sempre più piede. In questo specifico video vi parlerò di alcuni segnali predittori di una dipendenza dalle nuove tecnologie.

Buona visione e restate connessi per il prossimo video!

Adolescenti, amore e sessualità ai tempi dei social network.

adolescente con smartphone

In questo articolo vi darò qualche dato circa la fruizione in internet di argomenti che riguardano la sessualità da parte degli adolescenti e cercheremo di capire insieme cosa li spinge al cybersex (dipendenza da sesso virtuale) o a praticare il sexting (scambio di testi, immagini e video con contenuti sessuali espliciti con altri).

E’ sotto gli occhi di tutti ormai che gli adolescenti di oggi sono costantemente connessi a internet. Lo strumento che maggiormente usano per questo è lo smathphone perché permette loro di connettersi in qualunque momento, in qualunque luogo, in maniera del tutto autonoma e con minor controllo esterno. Tra tutti i contenuti disponibili nella rete, quelli sessuali costituiscono una buona fetta. Ricerche internazionali parlano di fruizione di contenuti sessuali da parte di bambini/ragazzi tra i 9 e i 17 anni in costante aumento. Sembra un fenomeno inarrestabile soprattutto tra i maschi. Il 50% dei casi accede a contenuti pornografici, i maschi in percentuale doppia rispetto alle femmine. L’età in cui di solito entrano in contatto con questi contenuti è tra i 10 e i 13 anni. Insomma il consumo di pornografia sembra essersi esteso e generalizzato da quando esiste il web.

Quali sono i motivi per cui gli adolescenti accedono a contenuti sessuali on line?

  1. Per avere informazioni sulla sessualità in mancanza di altri supporti come la famiglia, la scuola o altri professionisti. Internet gli permette di sapere di tutto e di più sull’argomento, dall’anatomia, alle svariate pratiche sessuali, alle patologie legate alla sessualità. Più ne sanno, più viene loro attribuito uno status superiore dai pari con cui condividono le informazioni. Da un punto di vista teorico i giovani di oggi sembrano avere una conoscenza enciclopedica sul tema. Da internet ricavano informazioni che non riescono a chiedere ai genitori (forse per il gap generazionale), che la scuola ancora non riesce a fornire loro (forse perché non ha ancora trovato la formula giusta e un linguaggio adeguato). Gli altri professioni a cui potrebbero rivolgersi sembrano ancora troppo distanti e irraggiungibili.
  2. Per accrescere il proprio piacere e desiderio personale sia in solitudine che in relazione con qualcun altro. In entrambi i casi usufruire di materiale pornografico di solito si accompagna alla masturbazione. Tra gli adolescenti ci sono casi in cui il cybersex li porta ad evitare le relazioni sociali reali, a isolarsi e cadere nella dipendenza da sesso virtuale ma ci sono anche adolescenti che hanno relazioni sociali e sessuali soddisfacenti e che affermano di integrare con la pornografia il proprio piacere sessuale rispetto a pratiche che con il/la proprio/a partner non potrebbero mettere in atto. In questi casi la pornografia non sostituisce ma si associa ai rapporti reali vissuti dai ragazzi.

Una pratica molto in voga tra gli adolescenti è il sexting. Si scambiano contenuti sessuali personali per due motivi: per esplorare la sessualità, fare nuove esperienze o come forma di corteggiamento e dimostrazione di affetto. Il sexting di solito sottende un patto di reciprocità e fedeltà ma i ragazzi non sembrano in grado di prevedere i rischi di questa pratica. Per esempio non considerano il fatto che alla loro età, emozioni, sentimenti, relazioni possono cambiare velocemente e, con la leggerezza che li contraddistingue, il patto può rompersi facilmente. Le conseguenze sono spesso negative perché quei contenuti scambiati possono diventare un’arma di ricatto e possono essere divulgati nella rete. Gli esiti di simili comportamenti possono essere devastanti per la reputazione di una persona ed avere un impatto psicologico pesante. Fortunatamente esiti di questo tipo non sono molto diffusi.

Tirando le somme quali sono gli aspetti positivi e i rischi della fruizione dei contenuti sessuali dei ragazzi attraverso internet? Di positivo c’è che in fondo i nativi digitali non sono poi così diversi dagli adolescenti di qualche anno fa. Ciò che li muove è la curiosità, condividono ciò che sanno con i loro pari come accadeva un tempo e nella maggioranza dei casi il sesso virtuale è solo una componente aggiuntiva alle relazioni sociali che hanno nella vita reale. Di rischioso c’è che questi ragazzi non trovano ancora qualcuno di competente che sia in grado di comunicare con loro su questo argomento e di fornirgli le giuste competenze non solo in campo sessuale ma anche in campo affettivo, emotivo, relazionale. E poi il cybersex e il sexting, se non vengono praticati nel modo giusto, possono diventare effettivamente un problema per qualcuno di questi ragazzi. Voi cosa ne pensate? Che siate, genitori, insegnanti o altri di riferimento per ragazzi adolescenti, riuscite a parlare con loro di sesso? Quando ne parlate, quanto, come e di quali argomenti? Forse condividere le reciproche esperienze potrebbe essere di aiuto a chi ancora non è riuscito ad affrontare questo tema spinoso.