RECENSIONE LIBRO “LA TRAPPOLA DELLA FELICITA’” DI RUSS HARRIS

Ciao a tutti,

ho da poco concluso la lettura del libro “La trappola della felicità” di R. Harris.

Si tratta di un manuale di auto aiuto e può essere letto e compreso da tutti. L’esposizione dei contenuti è chiara, semplice, scorrevole e il testo è ricco di esempi che spiegano i concetti proposti. È un manuale molto utile che introduce ad una delle nuove terapie di terza generazione.

Questo libro presenta i principi fondamentali e alcune tecniche della Acceptance and Commitment Therapy.

Scopo del libro è aiutare le persone a sviluppare la flessibilità mentale in modo da vivere pienamente il loro presente e agire in direzione dei propri valori. Può essere un buon punto di partenza per apprendere come funziona la nostra mente, per aumentare il livello di consapevolezza personale e per provare a cambiare certi modi di agire.

Tuttavia tengo a precisare ai lettori che in questo libro si parla di psicoterapia e per quanto sia comprensibile e fruibile non può sostituirsi ad un percorso vero e proprio.

L’ACT è un modello di trattamento psicoterapeutico che ha dato prova di efficacia e che pertanto si sta diffondendo ampiamente. I principi cardine di questa terapia risultano semplici e intuitivi ma lavorare su di sé per aumentare la flessibilità psicologica non è così semplice come sembra, soprattutto se si soffre di un disturbo psicologico.

Solitamente consiglio questo manuale o come testo introduttivo per avvicinarsi a questo tipo di terapia per un possibile percorso futuro o come promemoria a seguito di un percorso già concluso. Per chi fosse interessato quindi all’ACT, lo invito a prendere contatti con un professionista formato su questo tipo di trattamento in modo che possa essere guidato e sostenuto nella sua applicazione.

Per qualsiasi altra informazione sull’ACT o contatto resto a vostra disposizione e voi, come sempre, RESTATE CONNESSI!!!

Dr.ssa Pinton Michela

PERCHE’ LOTTIAMO CONTRO LE NOSTRE EMOZIONI?

Ciao a tutti, ancora una volta torno a parlarvi di emozioni perché credo sia un argomento che tocca tutti. Oggi vorrei concentrarmi sul motivo per cui spesso ingaggiamo una vera e propria lotta contro le nostre emozioni e sugli esiti di questa lotta.

Innanzitutto vi ricordo cosa sono le emozioni: un processo che coinvolge l’intero nostro organismo e che comprende diversi aspetti dall’espressione facciale, alle sensazioni corporee, all’impulso all’azione e alla valutazione cognitiva. In relazione alle sensazioni fisiche molte emozioni assumono un tono edonico negativo ovvero vengono percepite come spiacevoli, sgradevoli o fastidiose da provare. Per esempio le persone che provano ansia trovano sgradevoli le sensazioni come la fame d’aria, il senso di oppressione al petto o la confusione mentale, le persone che provano tristezza si sentono stanche, prive di energie e interessi e non vorrebbero sentirsi così, le persone che provano vergogna non vorrebbero sentire il rossore che avvampa sul loro volto. Quindi uno dei motivi per cui le persone tollerano poco le loro emozioni è il tono edonico negativo.

Un altro motivo sono alcune credenze o convinzioni diffuse sulle emozioni di cui ho già parlato in un mio passato articolo. Ne riporto qualcuna tra le più consuete: “Non dovresti provare certe emozioni”; “Provare certe emozioni è segno di debolezza”, “Dovresti saper controllare le tue emozioni”, “Se provi certe emozioni hai qualcosa che non va”, “Dovresti cercare di sbarazzarti delle emozioni negative”. Questi miti sulle emozioni sono molto diffusi, chi non si è mai trovato a pensare una di queste frasi alzi la mano!

Di conseguenza, un po’ perché certe emozioni sono spiacevoli da provare, un po’ per come si considerano o addirittura giudicano le emozioni, spesso le persone ingaggiano una vera e propria lotta contro di esse in modo da controllarle, bloccarle, ridurle o eliminarle del tutto. Usano qualsiasi mezzo per riuscirci, dalla semplice distrazione o cercare di pensare positivo a sistemi che possono risultare dannosi per la salute, come bere, abbuffarsi, assumere sostanze.

Vorrei poter chiedere a chi ha letto fino a qui questo articolo, se ha mai tentato di controllare le sue emozioni in qualche modo e con quale esito. Mi piacerebbe leggere i vostri commenti in proposito ma intanto provo a rispondere io per la mia esperienza di vita e professionale.

In genere la risposta è del tipo: “Sì ci ho provato e per un po’ di tempo sembrava funzionare ma poi le emozioni sono tornate anche più intense e frequenti di prima”.

Quel che succede di solito quando si lotta contro le proprie emozioni è il cosiddetto effetto paradosso, ovvero più cerco di bloccare, inibire, eliminare le emozioni più queste si presentano più forti e più spesso di prima.

L’effetto paradosso è semplice, più cerco di contrastare un’emozione, più ci sto pensando e più ci penso, più in realtà intensifico quella emozione.

Inoltre si tende a non considerare che le nostre emozioni sono l’espressione del nostro patrimonio genetico, perlomeno le emozioni base sono innate e universali quindi è assurdo pensare di poterle eliminare o anche solo controllare.

Per chi fosse interessato, sappiate che esistono tante tecniche che aiutano ad accettare, comprendere e tollerare le emozioni anche quelle più intense e sgradevoli ma si può imparare a fare tutto questo anche solo partendo da una semplice considerazione. Ricordare che le emozioni, tutte le emozioni, hanno una funzione ossia esistono e le proviamo per un motivo. In generale tutte le emozioni hanno la funzione di aiutarci a capire cosa ci succede e a guidare il nostro comportamento. Se cominciamo a vederle in questa veste, come preziose alleate nella nostra vita allora forse rinunceremo alla lotta contro di loro.

Vi invito quindi a scoprire quale può essere la funzione di ogni emozione che provate e vi raccomando….restate connessi!

Dr.ssa Pinton Michela