MINDFULNESS: UNA TERAPIA DI TERZA ONDA

Salve a tutti,

nel mio precedente video vi ho parlato delle terapie di terza onda perché possono essere utili per il trattamento dei disturbi d’ansia. Una di queste è la Mindfulness.

Mindfulness significa consapevolezza di sè, una abilità cognitiva innata che può essere sviluppata attraverso la pratica della meditazione. Ma facciamo un passo indietro nel tempo.

Le prime forme di ricerca della consapevolezza si possono rintracciare oltre 2500 anni fa, in particolare nelle pratiche meditative buddhiste. Tale facoltà al tempo era coltivata per raggiungere l’equilibrio emotivo e il benessere psicologico.

Oggi con il termine mindfulness si intende: “portare attenzione al momento presente con curiosità e senza giudizio”. Il primo a studiare e sviluppare la mindfulness, così come la conosciamo oggi, è stato il prof. Jon Kabat Zinn nel 1979. Nella sua visione la mindfulness poteva essere un’alternativa alle strategie orientate alla risoluzione dei problemi. Per essere utilizzata in ambito clinico la mindfulness è stata adattata agli standard e ai principi della medicina occidentale.

La Mindfulness Based Cognitive Therapy (MBCT) ideata da Seagal, Teasdale e Williams nel 2002 è diventata ben presto un protocollo diffuso e testato scientificamente. L’obiettivo del protocollo è trasformare la relazione delle persone con i propri pensieri, emozioni e sensazioni fisiche in modo da non emettere risposte impulsive e automatiche che creano circoli viziosi. Ciò avviene attraverso un training attivo e pratico volto a sviluppare la capacità di portare attenzione al presente e l’accettazione di tutto ciò che accade momento per momento.

Le pratiche mindfulness sono particolarmente consigliate per la gestione di ansia e stress ma attenzione al fai da te! Sebbene online si possano trovare numerosi esercizi pratici di mindfulness, serve la guida di un professionista formato in tale approccio terapeutico per poter conoscere i principi teorici che stanno alla base del protocollo e applicare il modo corretto gli esercizi pratici di meditazione.

 Per oggi mi fermo qui ma ci vediamo la prossima settimana con un’altra terapia di terza onda. A presto allora e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

LE TERAPIE DI TERZA ONDATA

Salve a tutti,

nel mio precedente video vi ho parlato della TCC perché è considerata la terapia d’elezione per il trattamento dei disturbi d’ansia ma vi ho anche anticipato che ci sono altre terapie di nuova generazione che stanno dando prove di efficacia per questo tipo di disturbi. Vediamole insieme.

Prima di entrare nel merito, faccio una piccola introduzione storica per capire come si arriva a questi nuovi approcci terapeutici.

Le terapie della prima onda sono state le terapie comportamentali, nate negli anni ’50 e alternative alla psicoanalisi. Si sono ispirate in particolare agli studi sull’apprendimento con condizionamento condotti nella prima metà del Novecento. La teoria fondante le terapie comportamentali sostiene che il comportamento sia un aspetto immediatamente osservabile, da cui si può inferire un determinato meccanismo mentale sottostante.

Le terapie della seconda onda nascono intorno agli anni ’70 con lo sviluppo del cognitivismo. Il cognitivismo è una branca della psicologia che si concentra sullo studio dei processi cognitivi, su come questi si sviluppino e modifichino comportamenti, emozioni e affetti. All’interno delle terapie della seconda onda vengono inoltre incluse quelle terapie integrate, nate sul finire degli anni ’80, che uniscono aspetti cognitivi e comportamentali come la TCC.

Arriviamo quindi alle terapie di terza onda. Le terapie di terza ondata sono tutte quelle nuove forme di psicoterapia che si evolvono a partire dalla terapia cognitiva standard e si sono sviluppate negli ultimi 20 anni. Il termine “terza ondata” fu usato per la prima volta nel 2004 da Hayes, psicologo fondatore dell’Acceptance and Commitment Therapy. Non hanno come scopo la riduzione dei sintomi ma comprendere e lavorare sui processi cognitivi che sostanziano e mantengono i differenti sintomi da cui deriva il disagio mentale. L’obiettivo è aumentare la flessibilità psicologica, diventare consapevoli e aperti alle nuove esperienze e agire in direzione delle cose considerate importanti per la persona. Tutto ciò avviene utilizzando tecniche terapeutiche come l’accettazione, lo spostamento attentivo e la mindfulness per implementare il benessere psicologico.

Alcune terapie di terza generazione sono:

  • Acceptance and Commitment Therapy (ACT, Hayes, 1999)
  • Dialectical Behavior Therapy (DBT; Linehan, 1993)
  • Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT; Segal, Williams, & Teasdale, 2001)
  • Metagognitive Therapy (MCT; Wells, 2000)
  • Schema Therapy (ST; Young,1990)

Per oggi mi fermo qui ma ho intenzione di parlarvi in maniera più approfondita di alcune di queste nuove terapie nei miei prossimi video. A presto allora e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton