COME PRENDERSI CURA DELLA MENTE DI BAMBINI E RAGAZZI? Part. 1

Ciao a tutti,

a partire da oggi apro un ciclo di video dedicati all’età evolutiva. Vorrei condividere con tutti coloro che si occupano di bambini e ragazzi, in particolar modo con i genitori, strumenti e riflessioni per ripartire con il piede giusto in questa fase 2 dell’emergenza da COVID-19. Spero in questo modo di dare un mio piccolo contributo fino a che non potremmo tutti tornare ad uno stile di vita più vicino a quello pre corona virus. Grazie per l’attenzione e ……..RESTATE CONNESSI!

Dr.ssa Pinton Michela

I NATIVI DIGITALI: Incontro divulgativo sull’utilizzo delle nuove tecnologie in età evolutiva.

In attesa dell’evento “Nuove tecnologie: come stanno cambiando il nostro cervello?”, incontro divulgativo aperto al pubblico sull’uso delle tecnologie sia in età adulta che evolutiva, che si terrà in data 5 Dicembre 2019, vorrei proporvi alcuni stralci di una serata che ho proposto questa estate dal titolo “I Nativi Digitali”.

Questa serata divulgativa, rivolta ai genitori di bambini e ragazzi tra i 4 e i 13 anni dei centri Estivi CUS Padova, si poneva l’obiettivo di esplorare pregi e limiti delle nuove tecnologie, di presentare dati di ricerca rispetto all’uso attuale che ne fanno i minori, di informare sui possibili rischi a cui si può andare incontro e di fornire strategie da poter adottare per un corretto utilizzo di questi mezzi.

In questo primo video di introduzione ho esplicitato obiettivi e contenuti dell’incontro. Nei prossimi giorni pubblicherò i vari argomenti trattati. Buona visione!

NO PANIC – Incontro divulgativo sull’ansia in età evolutiva.

Questa estate ho tenuto degli incontri rivolti ai genitori su tematiche che riguardavano la psicologia dell’età evolutiva.

NO PANIC è stato un incontro divulgativo con l’obiettivo di fornire utili informazioni sull’emozione ansia e la sua funzione, su quando e perché può diventare un problema e su come trovare delle soluzioni appropriate, in un’ottica di educazione e prevenzione della salute psicologica dei bambini/adolescenti.

Nei precedenti video vi ho già parlato degli aspetti caratteristici dell’ansia/paura, di quando l’ansia può diventare un problema, di alcuni sintomi specifici dell’ansia in età evolutiva e del circolo vizioso dell’ansia. Analizzando il circolo vizioso dell’ansia abbiamo scoperto che vi sono diversi fattori che contribuiscono al suo mantenimento a livelli alti di intensità e a lungo nel tempo. Tra questi fattori, nel caso dell’età evolutiva, ve n’è uno di particolare di cui vi parlerò in questo video: lo stile educativo dei genitori.

Buona visione e se volete lasciate pure un vostro commento e domanda.

Dr.ssa Pinton Michela

La dr.ssa Pinton Michela risponde. Argomento: i comportamenti di autoerotismo nell’infanzia.

Ciao a tutti,

anche questa settimana vorrei proporvi la mia risposta ad una domanda che mi è arrivata qualche tempo fa via mail da una mamma preoccupata rispetto ai comportamenti di autoerotismo della figlia di 6 anni. Probabilmente vi starete chiedendo se anche i bambini piccoli possono avere comportamenti di autoerotismo e se possono provare piacere. Ebbene sì! Ma qual è il significato di questi comportamenti? Leggete il seguito e forse vi farete un’idea. Se poi vi va di aggiungere un vostro commento o fare qualche altra domanda, postate pure. Buona lettura e a presto.

“Buon giorno sono la mamma di A. Ho bisogno di comprendere un atteggiamento di mia figlia di 6 anni. Lei quando è stanca, o quando io e mio marito bisticciamo, cerca di fare “cavallino”, infatti adora andare a cavallo. Ciò che chiamo “cavallino” mi sembra un atteggiamento non di gioco, ma un massaggiare le parti intime. E’ normale, e cosa devo fare o dire quando lo fa? Mio marito si arrabbia con lei, io cerco di farla smettere distraendola. Cosa possiamo fare?”

Cara mamma di A.

Non è insolito che i bambini usino dei comportamenti di autoerotismo a scopo consolatorio e per sentirsi meglio, grazie alle sensazioni piacevoli che ne derivino. Pertanto eviterei sgridate o punizioni che la bambina non comprenderebbe. Sarebbe confusa dal vostro atteggiamento negativo perché si chiederebbe cosa sta facendo di male. In effetti non c’è nulla di sbagliato in questi comportamenti, vanno solo indirizzati meglio. Dovete fare in modo che vostra figlia capisca che anche i litigi fanno parte della vita di coppia e che non intaccano l’amore tra di voi e dovreste anche aiutarla a capire che si possono affrontare in modo diverso i momenti spiacevoli della vita, per esempio parlandone con le persone care ed esprimendo le proprie paure. E’ proprio questo che vostra figlia sta facendo: sta esprimendo un disagio. Tocca a voi aiutarla a trovare un modo migliore e più utile per esprimere le sue sensazioni e i suoi pensieri. Buona giornata.

Dr.ssa Michela Pinton

La dr.ssa Pinton Michela risponde. Argomento: l’attaccamento madre/bambino

Qualche tempo fa ho condotto una serata sul tema “L’attaccamento madre/bambino” e successivamente ho ricevuto una mail da una mamma che era presente in sala.Vorrei condividere con voi la domanda che mi è stata posta e la mia successiva risposta. Buona lettura e se avete commenti, riflessioni o ulteriori domande da condividere postate pure!

Buon pomeriggio Dottoressa,

in relazione all’argomento di ieri sera sull’attaccamento madre – figlio, visto gli studi e la possibile “catalogazione” dei comportamenti dei bambini durante il distacco dalla figura di riferimento, mi permetta una domanda personale. Ho due maschietti di 9 e 6 anni, con caratteri diametralmente opposti ma anche accomunati da una poca autostima di fondo e timidezza ma forse propria dell’età. L’inserimento all’asilo è stato diverso per entrambi: il primo ha pianto molto e non si è mai lasciato consolare da maestre ed educatrici, uscito dall’asilo voleva solo venire a casa e solo io potevo andare a portarlo e a riprenderlo a scuola, ma passato il primo periodo, il senso del dovere o non so se una maturità accentuata, ha portato Riccardo a fare sempre ogni cosa bene e con rigore senza più una lacrima restando sempre e (difficoltà anche a mangiare alla mensa, solo la mamma è brava a fare il pranzo diceva!) comunque a distanza da carezze e abbracci delle educatrici (diffidente di natura).

Il secondo, grande capriccioso e allattato al seno fino ai due anni e mezzo, grande dittatore se mi è concesso (ancora ora durane la notte viene nel lettone) ha iniziato l’asilo presto proprio per eliminare l’allattamento al seno, per mio rientro al lavoro e perché bambino con grande autocontrollo dei bisogni fisiologici richiesti per l’inserimento precoce alla scuola materna. Ho praticamente lasciato che il fratellino più grande mi aiutasse nel suo inserimento a scuola che tutto sommato non è stato costellato da pianti di disperazione come il primo. Ora Le chiedo perché, nonostante quest’ultimo figlio (Francesco) conosca bene l’ambiente, le suore, i compagni, ancora tenderebbe a piangere quando lo lascio la mattina a scuola e perché se tardo nell’andare a prenderlo piange e crede che la mamma si sia dimenticata di lui?

Nonostante il lavoro sono una mamma molto affettuosa e presente. Vorrei solo trovare il modo per rassicurarlo e farlo rilassare e anche maturare in vista anche della scuola elementare di settembre.

La ringrazio sinora se potrà darmi attenzione….

Con stima.

Gentile Sig.a,

le premetto che in poche righe di mail non è possibile inquadrare bene una situazione e di sicuro, non conoscendo bene né lei né i bambini, sarebbe poco professionale da parte mia dare delle soluzioni. Peraltro il mio compito non è quello di dare risposte e soluzioni alle persone ma aiutarle a comprendere meglio gli eventi di vita vissuti e individuare strategie efficaci per affrontarli e superarli. Di conseguenza quello che posso fare per rispondere alla sua mail è offrirle degli spunti di riflessione con la speranza che l’aiutino a vedere le cose da un punto di vista alternativo o che le suggeriscano una visione nuova del problema.

Leggendo ciò che mi ha scritto mi sono venute in mente alcune cose:

  1. riprendendo il discorso fatto al seminario i bambini nascono con delle caratteristiche di temperamento innate e specifiche ma, nel corso dello sviluppo, è l’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali che forma il loro carattere e la loro personalità. Questo per farle capire che buona parte la giocano le interazioni con gli adulti di riferimento e le esperienze di vita vissuta;
  2. lei giustamente descrive i due bambini con caratteri molto diversi perché mostrano un temperamento e un modo di affrontare gli eventi diversi ma personalmente mi salta all’occhio il tratto comune che hanno, ossia la difficoltà a staccarsi da lei, ad opporre resistenza anche se con comportamenti differenti;
  3. mi dà da pensare il fatto che nonostante il trascorrere di un tempo lungo questi bambini vivano ancora con disagio il distacco da lei e non riescano ad ingaggiare relazioni d’attaccamento con le persone che si occupano di loro (maestre);
  4. mi viene infine questa domanda da farle…ma lei invece come vive il distacco dai suoi figli quando li porta a scuola e nel tempo che trascorre lontano da loro? E’ serena nell’affidarli alle cure delle maestre oppure no?

Forse la risposta a questa domanda potrebbe chiarire meglio la situazione e aprire la strada ad una soluzione. Spero di essere riuscita a spiegarmi. Qualora sentisse il bisogno di un colloquio, resto a sua disposizione.

Cordiali saluti

Dr.ssa Pinton Michela

mamma che tiene in braccio bambino neonato

4 stili educativi e ansia in età evolutiva.

Continuando la rassegna di brevi video dal titolo “Pillole di psicologia”, oggi vi parlerò di quali sono i 4 stili educativi dei genitori che concorrono a mantenere alti livelli di ansia nei propri figli.

Buona visione e se avete domande o pareri da esprimere lasciate pure un vostro commento!